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Sostenibilità ed economia circolare nella moda:
la sostenibilità ed economia circolare nella moda è uno dei settori industriali più impattanti per l’ambiente, ma allo stesso tempo sempre più consapevole della necessità di ridurre la propria impronta ecologica. Il concetto chiave è quello di “economia circolare”: mantenere i prodotti e i materiali in uso il più a lungo possibile, massimizzando il loro utilizzo ed estendendone il ciclo vitale, per minimizzare sprechi e consumo di risorse.
Alcune cifre:
la moda produce l’8-10% delle emissioni globali di gas serra e il 20% dello spreco di acqua dolce. Ogni secondo l’equivalente di un camion di rifiuti tessili viene bruciato o smaltito in discarica. Realizzare vestiti richiede enormi quantità di energia, soprattutto per coltivare e trasportare le fibre di cotone (95% dell’acqua e 68% dei pesticidi a livello globale). Per rendere la moda più circolare è necessario intervenire su tutta la filiera, dalla scelta di materiali sostenibili e biodegradabili nel designing, alla riduzione degli sprechi in fabbrica, fino al riciclo e al riuso a fine vita.
Alcune promettenti strategie includono:
– Upcycling e riciclo creativo dei rifiuti tessili in nuovi capi/collezioni
– Ritiro dei capi usati e sistema di deposito per incentivare il riutilizzo
– Tracciabilità digitale che estenda l’anagrafica di un capo nella sua “second life”
– Rinnovo e riparazione per allungare la durata d’uso
– Materiali biodegradabili e compostabili
Se da un lato la riconversione richiede grandi investimenti, dall’altro rappresenta un’opportunità per l’innovazione e la creazione di nuovi modelli di business più attenti alle persone e al pianeta.
Negli ultimi anni, il tema della sostenibilità ambientale è diventato sempre più centrale nel mondo della moda e del lusso. I consumatori, soprattutto le nuove generazioni, sono sempre più attenti agli impatti ambientali delle proprie scelte di acquisto e alle politiche adottate dai brand per ridurre la propria impronta ecologica.
Sostenibilità ed economia circolare nella moda: il ruolo chiave del vintage di lusso
In questo contesto, sta assumendo un ruolo di primo piano il mercato dell’usato e del vintage di alta gamma. Negozi come Babastyles, con sede a Roma, permettono di acquistare pezzi unici e difficilmente reperibili delle più grandi griffe internazionali, prolungandone di fatto il ciclo di vita.
Comprare capi e accessori di seconda mano rappresenta un’ottima soluzione per ridurre gli sprechi legati alla fast fashion e all’obsolescenza programmata. I prodotti realizzati con materiali pregiati, come pelli, tessuti pregiati e metalli, possono mantenere intatto il proprio valore anche a distanza di anni. Non solo, proprio la loro natura “vintage” li rende pezzi unici, ricercati dagli amanti dello stile rétro.
Negozi come Babastyles selezionano personalmente i prodotti in consignment, certificandone l’autenticità e le condizioni. Gli articoli vengono sottoposti a controlli e, se necessario, restauri per essere riportati all’originale splendore. Ciò permette ai clienti di acquistare in tutta sicurezza capi firmati di alta qualità a prezzi accessibili.
I grandi nomi del lusso:
Sempre più case di moda, tra cui grandi nomi del lusso come Chanel, Gucci e Saint Laurent, stanno inserendo linee upcycled o capsule collection realizzate con tessuti e materiali di scarto, riconoscendo il valore del riuso e dell’economia circolare. Allo stesso modo, piattaforme di vendita online come Vestiaire Collective, The RealReal e Babastyles incentivano lo scambio tra privati, allungando così il ciclo di vita degli articoli.
Il vintage rappresenta quindi una tendenza in grande ascesa, che coniuga il piacere della moda al rispetto per l’ambiente. Un binomio perfetto per uno stile di consumo, e di vita, sempre più sostenibile.
Ecco alcuni modi in cui i consumatori possono contribuire alla sostenibilità nella moda:
– Acquistare meno e meglio. Scegliere capi durevoli e versatili che durino nel tempo ed evitare la fast fashion usa e getta.
– Comprare di seconda mano. Ricorrere al vintage, al rental o allo scambio di abiti tra amici per evitare gli sprechi.
– Riparare e prendersi cura dei capi. Allungarne il ciclo di vita con piccole riparazioni anziché buttarli.
– Prediligere fibre naturali e materiali sostenibili. Alimentare la domanda di tessuti organici, riciclati o provenienti da fonti rinnovabili.
– Lavare gli abiti con temperature più basse. Risparmiare energia, acqua e detersivi.
– Smaltire correttamente gli indumenti. Portare i vestiti non più utilizzabili ai punti di raccolta tessili per dar loro una seconda vita.
– Scegliere brand impegnati eticamente. Preferire aziende trasparenti sulla tracciabilità della filiera e sul rispetto ambientale.
– Diffondere la consapevolezza. Parlare con amici e familiari per condividere comportamenti di moda sostenibile.
Un approccio collettivo è fondamentale per promuovere il cambiamento dal basso verso una vera transizione del settore.
Barbara Manera vanta oltre 15 anni di esperienza nelle migliori boutique del Principato di Monaco, una delle capitali internazionali del gran lusso.